Il 24 dicembre 2021 un meteoroide di dimensione stimata tra i 5 e i 12 metri è penetrato nella sottile atmosfera marziana e ha impattato nella regione Amazonis Planitia generando un cratere di circa 150 metri di diametro e profondo 20. Parte del materiale è stato catapultato sino a 37 km di distanza. Quello stesso giorno Insight registrò un movimento sismico catalogato col quarto grado di magnitudine, ma al tempo non si poteva conoscere la causa della scossa. La scoperta è giunta in seguito al confronto tra le immagini rilevate dal Mars Reconnaissance Orbiter, con il nuovo cratere che è stato individuato l’11 febbraio. Da lì si è poi andati a ritroso nelle immagini della camera MARCI che quotidianamente osserva, con risoluzione modesta ma sufficiente agli scopi, l’intera superficie di Marte. Questo ha permesso di individuare una finestra di appena 24 ore per l’evento, e correlare così l’osservazione visuale con la rilevazione strumentale di Insight. Si tratta dell’evento di impatto più violento nell’intero sistema solare che abbiamo potuto vedere avvenire quasi davanti ai nostri occhi. Un risvolto molto interessante ci è offerto dalla ripresa in alta risoluzione della camera HiRISE, sempre a bordo di MRO. Le zone bianche sono ghiaccio d’acqua emerso in seguito all’impatto, e si tratta del suo ritrovamento più vicino all’equatore marziano mai compiuto sinora. Questo offre interessanti riflessioni nell’ottica di una futura missione umana su Marte, perché la presenza del prezioso composto a latitudini temperate e più agevoli per un atterraggio rappresenta un indubbio vantaggio. Dal punto di vista sismologico questa è stata la prima rilevazione extraterrestre di onde sismiche superficiali, un tipo di oscillazione che si propaga sulla parte esterna della crosta di un pianeta. Si tratta di
un’osservazione preziosissima, che permette di avere nuovi dati a disposizione con cui caratterizzare la superficie di Marte anche in regioni lontane da quella immediatamente sottostante al lander. Lo studio della stratificazione della crosta marziana aggiungerà informazioni con cui comprendere i processi di formazione ed evoluzione del pianeta, rivelandoci qualcosa di più sulle condizioni di Marte miliardi di anni fa.