Nuove ottiche per osservare danze sul sole

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I telescopi a terra, in un’epoca ormai dominata da immagini e scoperte sensazionali effettuate tramite i loro colleghi spaziali, riescono ancora ad emozionare. Ne è un esempio il Goode Solar Telescope (GST), situato presso il Big Bear Solar Observatory in California.

Questo telescopio, che misura 1,7 metri, è gestito dal Center for Solar-Terrestrial Research (CSTR) del New Jersey Institute of Technology. Il suo ultimo merito è quello di essere riuscito ad ottenere le più nitide immagini, mai viste finora, della corona solare, cioè della parte più esterna dell’atmosfera della nostra stella. Nonostante la sua dimensione relativamente piccola, grazie ad un sistema di ottica adattiva che compensa le turbolenze atmosferiche, è riuscito a regalarci immagini molto nitide, quasi al pari di quelle che si ottengono nello spazio. La correzione durante l’osservazione è ottenuta attraverso micro-deformazioni degli specchi del telescopio, che ne modificano la forma e arrivano quasi a eliminare l’effetto finale di distorsione dell’immagine provocato dalle turbolenze atmosferiche.

Non si tratta di tecnologia innovativa poiché questa tecnica è comunque in uso sui telecopi terrestri già dai primi anni Duemila. Tuttavia, ora le ottiche adattive applicate sul GST hanno fatto la differenza nell’osservazione della corona solare facendo un balzo da una risoluzione attorno ai 1000 km alla nuova risoluzione di 63 km. Le foto, pubblicate su Nature Astronomy dal National Solar Observatory del Colorado, mostrano dettagli quali i movimenti del plasma di una protuberanza, che si muove in concerto con il campo magnetico del Sole, per poi ricadere come una pioggia una volta raffreddato, formando archi e filamenti di spessore inferiore ai 20km.