La compagna di Betelgeuse

L’ipotesi, vecchia un secolo, che la super gigante rossa Betelgeuse, nella costellazione di Orione, avesse una stella compagna, è finalmente stata confermata da uno studio condotto dalla squadra di scienziati guidati da Steve Howell, ricercatore del centro Ames della NASA, e pubblicato lo scorso luglio su The Astrophysical Journal.

L’idea della presenza di una stella compagna derivava dall’osservazione delle fluttuazioni della magnitudine di Betelgeuse. Tuttavia, osservare direttamente tale stella non è certo stato semplice. Inizialmente sono stati utilizzati telescopi spaziali, per evitare le turbolenze dell’atmosfera del nostro pianeta. Ma anche così non è stato possibile confermare questa ipotesi, data l’intensa luminosità di Betelgeuse stessa, che rende pressoché impossibile individuare una sua compagna più debole.

Due studi precedenti su questa stella hanno però aperto la strada alla recente scoperta. Gli astronomi hanno infatti analizzato le osservazioni di Betelgeuse compiute nel corso di più di 100 anni e da questi dati hanno ipotizzato dove potesse trovarsi la stella compagna, nel caso in cui fosse esistita veramente.

In questo modo è stata pronosticata una finestra temporale di osservazione della durata di qualche mese, in cui sarebbe stato possibile distinguere i due astri, essendo la stella compagna al suo punto di massima separazione da Betelgeuse. Passato questo periodo sarebbe stato necessario aspettare altri 3 anni, fino al 2027, prima di poter nuovamente risolvere le due stelle, quando la piccola compagna sarebbe orbitata dall’altra parte della gigante rossa.

Betelgeuse con la compagna Siwarha. Credit: NOIRLab

Sorprendentemente, la scoperta è poi avvenuta per mezzo di un telescopio terrestre, il Gemini North, situato alle Hawaii, grazie allo strumento Alopeke, una speciale camera ad alta risoluzione che utilizza la tecnica dello “speckle imaging”. Questa tecnica consiste nell’acquisizione di immagini a brevissima esposizione, dalle quali, in una successiva fase di elaborazione al computer, è possibile eliminare le distorsioni causate dalla turbolenza atmosferica.

Ed esattamente secondo la previsione, la stella compagna di Betelgeuse, con massa pari a 1,5 volte quella del nostro Sole, è stata identificata nella posizione prevista, a circa 4 unità astronomiche dalla gigante rossa, cioè ancora all’interno della sua atmosfera esterna.

Il nome Betelgeuse è di origine araba e significa “la mano di al-Jawza”, una figura mitologica femminile; pertanto, i ricercatori hanno ribattezzato la sua compagna “Siwarha”, che significa “il suo braccialetto”.

La scoperta di Siwarha, stella di pre-sequenza principale, di tipo A o B, più debole di 6 magnitudini rispetto a Betelgeuse, può forse spiegare perché anche altre super giganti rosse presentano cambiamenti periodici della loro luminosità che durano diversi anni. Forse sarà solo la prima di molte scoperte simili.

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