Ryugu conteneva molta più acqua!

Le analisi condotte sui campioni dell’asteroide NEO (Near Earth Object) Ryugu hanno rivelato la presenza di acqua in forma liquida per molto più tempo rispetto a quanto inizialmente ipotizzato. Ryugu, un asteroide di tipo C, carbonaceo, della dimensione di 500m, è stato visitato dalla sonda robotica JAXA (l’agenzia spaziale giapponese) Hayabusa 2 (letteralmente “Falco Pellegrino”), che lo ha sorvolato per un periodo di 18 mesi nel 2018 e 2019. Circa 5 grammi del suo materiale sono stati poi riportati sul nostro pianeta nel 2020. Proprio l’analisi di questo campione sta mettendo in discussione quella che finora era l’ipotesi più accreditata, che vedeva la presenza di acqua allo stato liquido su questa tipologia di corpi celesti solo nelle prime fasi di formazione del Sistema Solare, rendendoli di fatto una sorta di “capsula del tempo”, contenente materiali “incontaminati” risalenti agli albori della sua formazione.

La sonda JAXA Hayabusa 2. Credit: German Aerospace Center

Ora però le nuove analisi geologiche del decadimento radioattivo degli isotopi Lutezio-176 e Afnio-177, presenti di questo campione e utili a indicare l’età geologica delle rocce, sono state messe a confronto con lo stesso tipo di studio condotto su alcuni meteoriti di tipo “condriti carbonacee” (derivanti da asteroidi di tipo C).

Al contrario di quanto atteso, le datazioni non sono identiche, bensì vi è una differenza di ben 300 milioni di anni. Ma come può Ryugu essere datato 4,8 miliardi di anni, quando il nostro pianeta è vecchio “solo” 4,5 miliardi di anni? Da qui l’idea che la stima dell’età di Ryugu sia probabilmente un errore, conseguenza di una anomalia, identificata in un possibile impatto tra questo asteroide e un altro corpo celeste. Tale impatto, che potrebbe essere proprio quello che ha distrutto l’asteroide originario da cui poi è nato lo stesso Ryugu come “ammasso di detriti” (rubble pile in inglese), potrebbe aver sciolto il ghiaccio contenuto in esso, permettendo poi all’acqua in forma liquida di alterare i rapporti isotopici degli elementi analizzati.

Diagramma della teoria dell’evoluzione nel tempo dell’asteroide Ryugu. Credit: Iizuka et. al., 2025

Questa nuova teoria implica che gli asteroidi carbonacei contenessero in origine molta più acqua di quanto precedentemente stimato e che, come conseguenza, abbiano avuto un ruolo ancora più importante nell’apporto di questo elemento sul pianeta Terra appena formato.

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