Ghiaccio in Arcadia Planitia

Inseguendo il sogno di portare l’umanità su un altro pianeta, Marte nello specifico, gli sforzi degli scienziati sono indirizzati, tra le altre cose, alla ricerca degli elementi fondamentali a garantire soggiorni di lunga durata lontano dal pianeta Terra: ossigeno e acqua.

La geologa planetaria e ricercatrice presso il Mississippi Mineral Resources Institute, Erica Luzzi, ha recentemente condotto una analisi geomorfologica di un’area prossima ad Arcadia Planitia, vicino alla parte nord di Amazonis Planitia, alle medie latitudini del “Pianeta Rosso”. Lo studio è stato possibile grazie allo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), installato a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, che cattura immagini satellitari ad alta risoluzione del suolo marziano. La ricerca ha rivelato la presenza di ghiaccio a poche decine di centimetri di profondità dalla superficie.

In alto a destra immagine presa dal MOLA (Mars Orbiter Laser Altimeter) che indica la zona presa in esame da questo studio. Nella figura possibili punti di atterraggio AP-1, AP-8 e AP-9 (cerchi rossi) e cratere da impatto che ha rivelato la presenza di ghiaccio nel sottosuolo (quadrato). Credit: Murray Lab (Dickson et al., 2018); E. Luzzi

Dalle immagini emerge infatti la presenza di diversi poligoni da contrazione termica, classificati in terreno poligonale nodoso (Kpt, con superficie nodosa che crea una morfologia a cupola) e terreno poligonale liscio (Spt), indicando come nel sottosuolo vi sia ghiaccio.

Poligoni da contrazione termica sul suolo di Marte. Credit: HiSENSE, E. Luzzi

A riprova di questa scoperta, sempre grazie all’utilizzo di HiRISE, è stato possibile vedere anche come alcuni recenti crateri da impatto abbiano esposto il ghiaccio presente appena sotto la superficie. Altri crateri nella stessa zona invece non ne hanno rivelato alcuna presenza, portando quindi i ricercatori a ipotizzare che la distribuzione dello stesso non sia omogenea in questa area. I risultati di questo studio confermano quindi come la zona in questione possa considerarsi ideale per futuri atterraggi di umani su Marte, rappresentando un ottimo compromesso per l’utilizzo delle risorse in situ, dato che questa latitudine garantisce temperature ottimali per la conservazione del ghiaccio, pur godendo di sufficiente energia derivante dalla luce solare.

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