Cosa sta succedendo al campo magnetico terrestre?
Qualcosa di strano sta succedendo in cima al mondo. Il Polo magnetico Nord della Terra si sta allontanando dal Canada verso la Siberia, guidato dal ferro liquido all’interno del nucleo del pianeta. Il Polo magnetico si muove così rapidamente da costringere gli esperti di geomagnetismo del mondo a compiere una mossa molto rara. Il 15 gennaio, sono pronti per aggiornare il World Magnetic Model, che descrive il campo magnetico del pianeta e sottende tutta la moderna navigazione, dai sistemi che dirigono le navi in ​​mare a Google Maps sugli smartphone. La versione più recente del modello è uscita nel 2015 e avrebbe dovuto durare fino al 2020, ma il campo magnetico sta cambiando così rapidamente che i ricercatori devono ora sistemare il modello. “L’errore aumenta continuamente”, afferma Arnaud Chulliat, geomagnetista all’Università del Colorado Boulder e ai centri nazionali per l’informazione ambientale della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).

Se si potesse viaggiare nel tempo e tornare a 41 mila anni fa, in piena era glaciale, l’ago magnetico della nostra bussola punterebbe al Polo Sud, anziché a Nord. Il campo magnetico era infatti inverso rispetto all’attuale: ogni tanto, infatti, succede che si inverta. 

L’inversione non avviene a intervalli regolari: abbiamo avuto periodi di stabilità molto lunghi, di centinaia di migliaia di anni o anche di milioni di anni e altri di avvicendamento ravvicinato, a distanza di poche decine di migliaia di anni. 

Diverse ipotesi sono state formulate per tentare di spiegare il fenomeno e adesso una è diventata più plausibile delle altre. Spiega Paula Keolemeijer (dip. di scienze della Terra dell’Università di Oxford), autrice di un articolo pubblicato su The conversation. In base a nuove ricerche sembra proprio che “le inversioni del campo magnetico sono causate dalla risalita di giganteschi corpi lavici che periodicamente si formano in prossimità del confine tra il nucleo terrestre e il mantello: lo dimostrerebbero gli studi sulle onde sismiche dei più forti terremoti del pianeta”.