Nuovi crateri

Uno dei motivi che fa assumere una particolare importanza alle missioni di lungo periodo (come quella del Mars Reconnaissance Orbiter) sono le scoperte di fenomeni recenti che magari si evolvono o si ripetono nel tempo. E così l’MRO ha scoperto tramite la sua camera a elevata risoluzione Hirise circa 240 giovani crateri che si vanno formando con regolarità ogni anno. Questi giovani crateri da 4-5 metri di ampiezza si sono formati grazie all’impatto di piccoli oggetti, asteroidi e comete, di circa 1-2 metri di diametro, che qui sulla Terra non riuscirebbero a perforare la nostra densa atmosfera, ma su Marte sì. Infatti su Marte l’atmosfera è così rarefatta da non offrire un valido scudo ai vari oggetti che piovono dal cielo, e pertanto la formazione di crateri da impatto è molto più frequente anche per conto di pietre molto piccole. Per fare un confronto il piccolo asteroide che ha prodotto l’evento di Celyabinsk lo scorso febbraio aveva un diametro 10 volte più grande e si è disintegrato nella nostra atmosfera.

 

 

 

 

 


Opportunity

Continua l’epopea della sonda robotica più longeva della storia! Con i suoi 9 anni di permanenza su Marte il Rover ha battuto un secondo record, quello di percorrenza su un altro corpo celeste da parte di un mezzo inviato dalla NASA, che prima era detenuto dal rover lunare della missione Apollo 17 nel dicembre 1972, con il quale gli astronauti Cernan e Schmidt percorsero in tre giorni 35,74 chilometri.
Se tutto andrà bene nei prossimi mesi Opportunity potrà battere anche il record assoluto di percorrenza di un mezzo lanciato su un altro corpo celeste, che attualmente è detenuto dal rover Sovietico Lunakhod che percorse, nel 1973, 37 chilometri sulla Luna.
Intanto dopo circa due anni di permanenza intorno allo sperone di roccia battezzato “Cape York” dove sono state scoperti e analizzati  vasti depositi di rocce argillose, ennesimo segno inequivocabile della presenza di grandi masse d’acqua sulla superficie del Pianeta Rosso, ora Opportunity si sposterà in un’altra zona del bordo del grande cratere Endeavour chiamata “Solander Point” qui passerà il suo sesto inverno marziano che avrà il suo picco nel febbraio del 2014.

 

 

 

 

 


Dune poligonali

La sonda “Mars Reconnaissance Orbiter” ha fotografato queste eccezionali strutture di dune poligonali, che si formano e vengono modellate dal ghiaccio secco, che si deposita durante il periodo invernale e che evapora in primavera, e dai venti che su Marte spostano grandi masse di sabbia, e fanno muovere le dune stesse. Questa regione verrà monitorata a lungo nel tempo per osservare e capire meglio come la combinazione di meccanismi geologici e fenomeni atmosferici possano giungere a modellare strutture così regolari e di così grande bellezza.