Circa un anno fa Jeff Bezos, fondatore di Amazon, annunciò di aver individuato la posizione dei motori F1 del Saturno V che nel luglio 1969 portò  l’Apollo 11 sulla Luna. Un anno dopo Bezos ha mantenuto la promessa fatta di andare a recuperare i resti di questi motori sui fondali oceanici atlantici a circa 5000 metri di profondità per poi esporli in un museo costruito ad hoc. Il direttore generale della NASA, Charlie Bolden, ha dichiarato entusiasta: “Si tratta di una scoperta e di una impresa storica e mi congratulo con il team di Bezos per la determinazione e la perseveranza nel recupero di questi importanti artefatti dei nostri primi sforzi di lanciare esseri umani oltre l’orbita terrestre; non vediamo l’ora che i motori vengano restaurati e applaudiamo per il suo intendimento di rendere questi pezzi storici visibili e disponibili al pubblico”.
Tra il 1967 e il 1973, vennero lanciati 13 razzi Saturno V ciascuno dei quali aveva 5 motori F1, quindi in tutto sui fondali dell’oceano atlantico dovrebbero trovarsi i resti di 65 motori.
Il Saturno V era alto 110 metri, aveva un diametro di 10 metri,  pesava più di 3000 tonnellate e riusciva a portare nello spazio fino a 118 tonnellate. I suoi motori erano così potenti che quando partiva il lancio, tutte le stazioni sismiche del Nord America riuscivano a percepire le vibrazioni del suo decollo.