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James Webb

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[ngg src=”galleries” ids=”3″ display=”basic_imagebrowser”]Le prime immagini realizzate dal telescopio James Webb vanno dalla nascita (Nebulosa nella Carena) alla morte (Planetaria NGC3132) delle stelle, agli esopianeti (WAPS-96b), all’universo vicino (Quintetto di Stephan) fino all’universo lontano (ammasso SMACS 0723).

1- WAPS-96b è un pianeta di taglia gioviana, in orbita circolare attorno a una stella di tipo solare a 1’150 a.l. nella Fenice, scoperto nel 2013 dalla collaborazione Wide Angle Search for Planets, di LaPalma (Canarie). Lo spettrometro canadese NIRISS (Near Infrared Imager and Slitless Spectrograph) ha misurato la curva di luce del transito del pianeta davanti alla sua stella, riscontrando una diminuzione di luce dell’ 1,5%, compatibile con il transito di un pianeta 1,2 volte più grande di Giove, con una massa (già nota da misure di oscillazione radiale) di 0,48 masse gioviane. Si tratta in sostanza di un pianeta gassoso che ruota attorno alla sua stella in soli 3,5 giorni, quindi a una distanza di soli 7,5 milioni di km. La sua temperatura superficiale deve essere quindi vicina ai 500°C (!). Ciononostante lo stesso spettrometro NIRISS ha ottenuto uno spettacolare spettro in transito (luce stella+pianeta – luce stella) in cui sono presenti tutte le bande fondamentali dell’acqua. 

 

2- SMACS 0723 è un ammasso di galassie situato a 4,5 miliardi di anni luce nel Pesce Volante. Dietro di esso ci sono migliaia di galassie lontanissime, tra cui le galassie di un ammasso deformate dall’effetto di lente gravitazionale, dalla massa di SMACS 0723. Il Telescopio Spaziale Hubble aveva ripreso questa regione di cielo in 2 settimane di posa nel vicinissimo infrarosso (MNRAS, 479, 844, Sett 2018) con risultati accettabili ma neanche paragonabili all’incredibile immagine della stessa regione ottenuta fino a 5 micron dalla NIRCam (Near Infrared Camera) del JWST con ‘sole’ 12,5 ore di posa. 48 tra le migliaia di lontane galassie presenti sono state spettrografate contemporaneamente dal NIRSpec (Near Infrared Spectrograph) con la scoperta di oggetti di età da 11 fino a oltre 13 miliardi di anni, quindi non ‘lontani’ dal Big Bang. Lo spettrometro NIRISS ha anche dimostrato che gli archi principali presenti nel campo presentano, nella banda dell’idrogeno, lo stesso redshift (che qui cade a 1,2 micron) quindi, sono dovuti alla deformazione gravitazionale di una stessa galassia. 

 

3- Il quintetto di Stephan (NGC 730) è stato il primo ammasso di galassie interagenti scoperto nel 1877 da Eduard Stephan all’osservatorio di Marsiglia. Le dimensioni sono di circa 1/5 del diametro lunare. Quattro galassie si trovano a 290 milioni di a.l. in Pegaso, mentre la quinta (NGC 7320) si troverebbe a ‘soli’ 40 milioni di a.l., quindi farebbe parte del gruppo solo per casuale prospettiva (il condizionale è legato al fatto che non si capisce bene come mai le regioni di formazione stellare di NGC 7320 abbiano dimensioni simili a quelle delle altre galassie molto più lontane). Il sistema è stato letteralmente sconvolto dallo scontro con la galassia NGC7318B, con imponenti deformazioni mareali (ben visibili in NGC7319) e una parossistica formazione stellare al di sotto di questa. Nell’immagine MIRI del Quintetto di Stephan il rosso indica regioni polverose a forte formazione stellare, il blu indica stelle ammassi stellari esenti da polvere, il verde indica regioni ricche di molecole carboniose.